Allo scrittore Fantasy il benemerito compito di impedire l’assopirsi dell’Anima
Il genere fantastico, in letteratura come negli altri campi artistici, non può e non deve rappresentare una pura e semplice fuga dai problemi del quotidiano.
Tralasciando i maestri del genere e al di là dei molteplici esempi di autori “classici” che non hanno saputo resistere alla tentazione di cimentarsi, almeno una volta, nella narrazione di storie “altre”, apparentemente distanti dai problemi di ogni giorno, quello che qui si vuole sottolineare è che la pura astrazione letteraria non è altro che la proiezione nero su bianco di sentimenti psicologici che albergano in ognuno di noi.
Si tratti di sogni o desideri, angosce o speranze, dubbi o paure, tutto il mondo fantastico nasce dalla liberazione di creature, luoghi e tempi che tutti, indistintamente, racchiudiamo nel profondo.
Gli scrittori sono deputati, grazie agli strumenti culturali e tecnici di cui sono dotati, a testimoniare questi stati d’animo.
I lettori sono il referente che questi stati d’animo non possono che riconoscere e mettere a frutto.
Sarebbe del tutto errato, quindi, considerare il fantastico come genere secondario e di puro distacco dalla realtà, proprio in virtù delle sue capacità di “agitare il pensiero”.
Ce lo insegnano i bambini, con le loro idee strampalate, i loro amici immaginari, i loro mondi paralleli nei quali si muovono agevolmente alla ricerca delle basi vere e concrete che li aiutino a muoversi successivamente con i piedi saldamente piantati in terra.
Ce lo hanno insegnato i nostri progenitori, quando per far fronte ai loro timori, all’”horror vacui” del futuro, alla potenza del fulmine come all’incertezza del sorgere di un nuovo giorno, hanno dato vita a dèi, spiriti, entità guida, mondi superiori che ancora vengono celebrati, ahimé troppo spesso, offuscati dalla violenza consumistica.
La Fantasia fa crescere, e l’adulto che si sente arrivato e razionalmente compiuto, quello che ha rinunciato a crescere ancora, a modificarsi e ad elevarsi nel pensiero, non può che essere un “umano dimezzato”.
Allo scrittore di fantasy, dunque, il benemerito compito di impedire l’assopirsi dell’Anima…
Raffaele Corte (5 novembre 2017)