Preveggenza dell’abominio: quando i mostri reali superano la Fantasia…
Dedico queste righe a tutti gli amici islamici.
Quelli veri. Quelli sinceri. Quelli onesti.
Quelli che conoscono il Corano e non se ne fanno scudo a giustificazione delle proprie perversità…
Oggi, improvvisamente, mi sono scoperto veggente.
Riguardando stancamente alcune pagine della raccolta “Dietwald e gli altri” (2012), mi sono imbattuto nell’incipit del terzo racconto tra quelli che compongono il libro.
«Vacca miseria! Ho paura di me stesso!»
Di norma leggo con assoluta sufficienza i giornali (che malgrado l’adeguamento al formato tabloid non trovo ancora totalmente efficienti per quanto riguarda il loro utilizzo principale: la fruizione dell’arredo fondante dei nostri bagni), ma certo non ignoro spavaldamente le cose del mondo.
Per cui l’aver proiettato in chiave fantastica quanto solo tre anni dopo si sarebbe rivelata una terribile realtà ha fatto sì che il cervello resettasse e razionalizzasse in un baleno.
Leggo, in quanto scritto da me (caro Lettore, fai molta attenzione a contenuti e significati, perché ne troverai delle belle! E se incontri la parola “uomini”, immagina “Uomini”. E se incontri la parola “umanità”, immagina “Umanità”. E se incontri “merda”, interpreta “distruzione”):
“Ormai è vera emergenza: gli uccelli delle nostre città sono sul piede di guerra. Non colpiscono gli uomini, non confondiamoli banalmente con quelli del film di Hitchkock. La posta in gioco è alta, le città sono in pericolo, l’Arte è in pericolo. Come la nostra Storia. Gli uccelli si sono organizzati, i loro strateghi hanno compreso che non vale tanto colpire gli uomini quanto ciò che ne testimonia l’esistenza. Gli uomini prima o poi scompariranno (si stanno dando un gran daffare per accelerare i tempi di questo ineluttabile evento), ma di essi rimarrebbe per sempre traccia attraverso le opere d’arte. Gli uccelli si sono organizzati, gli scienziati alati hanno scoperto le immense possibilità distruttrici della loro più terribile arma: lo sterco. Gli uccelli si sono organizzati, i loro comandanti hanno formato battaglioni, squadre, cellule di attacco. Sono inquadrati per distruggere la rappresentazione ai posteri degli esseri umani. Hanno suddiviso razionalmente il territorio, stanno sferrando un attacco massiccio. Gli strateghi, gli scienziati, i comandanti e – non ultimi – i politici della razza umana hanno il dovere di salvaguardare la memoria della nostra esistenza. Ma le soluzioni tardano ad arrivare. Nei parchi, nelle vie e nelle piazze, le statue sono coperte di merda!” (dal “Phantic Journal”)
Scopro, in questo brano tratto da uno dei racconti del mio “Dietwald e gli altri“, una maledetta assonanza con certi accadimenti in certe parti del mondo.
Scopro che in tempi e modi nei quali ho lottato da sempre nella vita, non c’era spazio per bestialità di qualsiasi genere.
Scopro che quando la bestialità non si esprime contro la Persona, allora si esprime contro le Cose.
Scopro che quando l’essere umano sembra avere raggiunto il fondo, il suo vicino è sempre in grado di rilanciare.
Fa bene, Sakakawea, a schifare il politico.
Perché non è in grado di fare il suo lavoro, perché con le sue immense forze – ma senza un adeguato riscontro economico – non ha voglia di abbattere quel falco, o donna con ali di uccello, che pretende di prendere l’anima tra le ali per condurla a nuova vita. Bestemmiando Allah e ricoprendo le statue di merda.
Iside.
Isis.
Raffaele Corte (27 agosto 2015)